domenica 31 maggio 2020

Il pericolo per Leopardi #STEP20

Giacomo Leopardi - Wikipedia

 A. Ferrazzi, Giacomo Leopardi, 1820 circa, olio su tela, Recanati, Palazzo Leopardi


Lo Zibaldone, scritto tra il 1817 e il 1832, è una sorta di "diario intellettuale", in cui sono raccolti i pensieri, le riflessioni letterarie, linguistiche e filologiche dell'autore. Inoltre, comprende note e commenti a opere lette o scritte.
Grazie a questa composizione, è possibile ricostruire l'evoluzione della poetica di Leopardi, i cui principi sono la distinzione tra termini e parole, la teoria del vago e dell'indefinito, del piacere, e delle illusioni e l'importanza evocativa dei suoni del linguaggio della poesia.
Nel passo che segue vi è la distinzione tra due tipi di persone che affrontano una situazione di pericolo. Ci sono coloro che, 
quando si trovano in pericolo, non hanno paura di niente, perché non pensano al pericolo stesso. Questo atteggiamento è dovuto al fatto che essi o non sono abituati a riflettere in generale, o sono avvezzi a quel tipo di situazione, oppure sono distratti da altre occupazioni. Altri, invece, pensando al pericolo, temono, eccetto se riguarda la morte o una qualsiasi altra disgrazia imminente, che a loro parere non è vista come un male. In questo caso, queste persone non vedono un pericolo nel pericolo.







"Coraggio propriamente detto non si dà in natura, è una qualità immaginaria e di speculazione. Chi nel pericolo non teme, non pensa al pericolo, o abituato a non riflettere, o avvezzo a quei tali casi, o distratto da faccende o da altri pensieri in quel punto. Chi pensa al pericolo, teme; eccetto se la morte, o quel qualunque danno imminente, nell’opinion sua non è male. In tal caso, quel pericolo non è pericolo a’ suoi occhiMa creder male una cosa, conoscersi in pericolo d’incorrervi, aver presente al pensiero il pericolo, e non temere; questo è il vero coraggio; e questo è impossibile alla natura. I cosí detti coraggiosi, rimangono maravigliati quando ne’ pericoli veggono altri che temono; e dimandano perchè. Essi non si erano accorti del rischio, o vi avevano fatto piccolissima attenzione. Vedi un tratto di Carlo XII re di Svezia, assediato in Stralsund, ap. Voltaire, liv. 8, ed. Londra, 1735, t. II, p. 160-1 (26 aprile 1829). (4495)"




Fonti:                                                                                  
https://it.wikisource.org/wiki/Pagina:Zibaldone_di_pensieri_VII.djvu/438;
Marta Sambugar, Gabriella Salà, Paesaggi letterari, ed. La Nuova Italia (2015).


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