venerdì 29 maggio 2020

HEIDEGGER "L'essenza della tecnica[...]è il pericolo" #STEP18

"Il pericolo non è la tecnica. Non c’è nulla di demoniaco nella tecnica; c’è bensì il mistero della sua essenza.[...]L’essenza della tecnica, in quanto è un destino del disvelamento, è il pericolo. Il senso modificato della parola Ge-stell, im-posizione, ci risulta forse già un po' meno strano, ora che pensiamo l’im-posizione nel senso di destino e di pericolo (Geschick und Gefahr)."
                                                                                    Heidegger, La questione della tecnica


Martin Heidegger - Wikipedia
Foto di Martin Heidegger





           

Secondo Hedegger, la tecnica è la forma in cui l'Essere si manifesta e si occulta, è il prodotto di un pensiero tecnico-scientifico che, inizialmente, riduce la natura a un "insieme calcolabile di forze" e che, in seguito, la sottopone a un violento sfruttamento, pianificando e organizzando gli interventi in modo tale da manipolare e dominare la Terra. La produzione tecnica è diventata fine a se stessa e la natura si è subordinata a finalità umane; ne è un esempio il Reno, che, come scrive il filosofo, è incorporato nella costruzione di una centrale elettrica.
Heidegger, però, non condanna la tecnica in sè come "opera del demonio", ma suggerisce di usare correttamente i suoi prodotti, mantenendosene liberi. Egli ritiene che la tecnica sia una delle modalità del disvelamento (alétheia) dell’Essere, un qualcosa che allo stesso tempo nasconda e mostri il mistero della propria essenza, che, in chiave ontologica, va identificata con il pericolo .
Il modello di disvelamento operante nel mondo della tecnica è inteso dal filosofo come una provocazione che non ha nulla a che vedere con la pòiesis attraverso cui, secondo la tradizione, la téchne otteneva il disvelamento (alétehia) dell’Essere ma  "pretende dalla natura che essa fornisca energia che possa come tale essere estratta e accumulata."

Fonti:
M. De Bartolomeo , V. Magni, Storia della Filosofia 4. Filosofie contemporanee, ed. Atlas 

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