giovedì 4 giugno 2020

Il pericolo della medicalizzazione dal punto di vista etico #STEP21

La locuzione latina "primum non nŏcēre" ,che significa "per prima cosa, non nuocere" è uno dei principi cardine che si insegna nelle facoltà di medicina, soprattutto in relazione alla iatrogenesi; è anche uno dei principi della bioetica, secondo cui è più importante non arrecare danno a una persona che aiutarla, rischiando di nuocerle.

Ultimamente è ormai molto diffusa l’espressione 'enhancement' che "indica gli interventi intenzionali di alterazione del corpo e della mente rispetto al 'normale' funzionamento fisico-psichico", come, ad esempio, l’uso di psicofarmaci per potenziare la memoria, migliorare l’attività intellettiva, eliminare i ricordi traumatici,  tenere sotto controllo alcuni stati emotivi indesiderati. 
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Cervello "affollato"
Questo miglioramento psico-cognitivo causa il problema etico-antropologico relativo all'autenticità dell' identità. La domanda che bisogna porsi è se esso comporti la perdita o la conquista del “vero sé”. 
Il Comitato Nazionale per la Bioetica ritiene che non sia illecito un utilizzo adeguato e controllato di potenzianti cognitivi  sicuri e opportuni, ma raccomanda di informarsi sui rischi di questi farmaci. Inoltre, mostra come le funzioni cognitive possano essere migliorate in maniera più duratura dallo studio, dalla stimolazione continua dell’interesse, da una vita sociale e da stili di vita sani.
In merito a questo tema sono sorti numerosi dibattiti.Secondo alcune persone, tra cui Peter Kramer, l'utilizzo di psicofarmaci aiutino le persone a ritrovare la propria vera identità.
Altri, invece,come Carl Elliott, ritengono che il loro uso metta in pericolo il modo di vivere, unico e non condivisibile, di ciascun uomo.
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Immagine di alcuni farmaci
"Particolarmente rilevante sul piano etico, è, inoltre, il pericolo della cosiddetta medicalizzazione, per cui anche caratteri propri di una certa personalità (come timidezza, chiusura, introversione etc.) sono letti quali segni di patologie e i soggetti portatori di tali caratteristiche sono indotti o obbligati a trattarle farmacologicamente."

"La medicalizzazione è il processo mediante il quale le condizioni e i problemi umani vengono definiti e trattati come condizioni mediche e diventano quindi oggetto di studio medico, diagnosi, prevenzione o trattamento".
Questo termine sintetizza il rischio della riduzione dell'intelligenza umana, rischio che è sotteso al potenziamento farmacologico. Rendendo assoluta la strategia di quest'ultimo si precludono le altre forme di miglioramento dell’intelligenza umana,quali l'interazione sociale e l'educazione.
Il sopracitato Elliott parla a tal proposito di alienazione, termine con cui indica l’esito della medicalizzazione delle peculiarità del carattere umano e la perdita di contatto con la realtà .

Tuttavia, secondo alcuni critici, l'errore di Elliott e di tutti coloro che sono contrari all’utilizzo del potenziamento psicologico consiste nel considerare l'identità personale come un qualcosa di fisso, che, una volta costituito, non si può più cambiare. In realtà, questa entità può essere 'modificata' in modo autonomo, a seconda delle circostanze di vita, essa non dovrebbe essere nulla di concesso o di preesistente.



Fonti:
https://ilbolive.unipd.it/it/news/letica-disastro;
http://www.bioeticanews.it/uno-sguardo-sul-mondo-stare-piu-che-bene-dalla-cura-al-potenziamento-seconda-parte/.

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