domenica 29 marzo 2020

Il pericolo nella mitologia #STEP04

Phorkys Mosaic Bardo.jpg
Mosaico raffigurante Forco
FORCO
Nella mitologia greca vi è una divinità primordiale, di nome  Forco (Φόρκος, Phórcos), che rappresenta i pericoli nascosti nelle profondità marine.
In genere, viene citato come figlio di Ponto (divinità primordiale del mare) e di Gea. Secondo fonti minori,invece, è uno dei primi figli di Oceano e Teti.
Nella Teogonia di Esiodo, il grande poema della Grecia antica, Forco è il fratello di Nereo, Taumante, Euribia e Ceto. Prendendo come sposa la sorella Ceto, genera numerosi figli dalle sembianze di mostri marini. Questi ultimi sono enormi e feroci creature mitologiche, che vivono nel mare e incutono timore ai marinai; possono essere identificati in varie forme, tra cui quelle di draghi, serpenti marini, bestie caratterizzate da più arti.
Nell'arte antica vengono spesso immortalati  mentre  insidiano e distruggono le navi e in tutte le culture, che abbiano avuto un legame con il mare, si trovano numerosi racconti su questi mostri terrificanti.

Non vi è alcuna certezza riguardo al luogo in cui dimorava Forco. Secondo alcuni miti, pare che abitasse ad Arinno, sulla costa dell'Acaia, secondo altri, sull'isola di Cefalonia o a Itaca.
Invece, secondo una leggenda di origine  romana, questo personaggio era un potente re di Sardegna e di Corsica, il quale, però, sarebbe morto annegato durante un combattimento navale; successivamente, i suoi amici lo avrebbero deificato ed incluso tra le divinità marine.

Medusa, la più famosa delle Gorgoni - Mostri e Creature Leggendarie
Medusa
Stando a quanto scritto nel poema di Esiodo, tra i suoi figli vengono annoverate le Gorgoni, Euriale, Steno e Medusa, che rappresentano rispettivamente la perversione sessuale, morale e intellettuale; le Graie(o Forcidi), che incarnano e simboleggiano i vari momenti della vecchiaia e infine il drago dalle cento teste Ladone.
Le prime hanno ali d'oro, mani con artigli di bronzo, zanne di cinghiale e serpenti al posto dei capelli,chiunque le guardi negli occhi rimane pietrificato. Le seconde, invece, hanno un solo occhio ed un solo dente in comune e non hanno mai vissuto la gioventù; esse custodiscono l'accesso al luogo in cui vivono le Gorgoni, identificato con l'estremo occidente del mondo conosciuto dai Greci. Infine, il drago Ladone è il custode dei pomi d'oro delle Esperidi, una volta ucciso da Eracle, viene trasformato da Era nella costellazione del Dragone.

Secondo altre fonti ,tra i figli di Forco ci sono anche Scilla, un mostro enorme con sei grandi teste di cane con tre file di denti ognuna e gambe serpentine molto lunghe, ed Echidina, personaggio dal corpo di donna con una coda di serpente al posto delle gambe. Omero nell'Odissea gli attribuisce anche la paternità della ninfa marina Toosa, madre del ciclope Polifemo.



LE SIRENE
Non ci sono solo i mostri marini a simboleggiare il pericolo, che un marinaio può incontrare durante i suoi viaggi, ma vi sono anche le Sirene, come testimonia l'Odissea. Queste, in origine, non avevano l'aspetto di donna-pesce, ma di donna nella parte superiore del corpo e di uccello in quella inferiore; solo dal Medioevo in avanti viene tramandata la forma acquatica conosciuta al giorno d'oggi.
L'enigma omerico delle Sirene | Wall Street International Magazine
Ulisse e le Sirene



Le Sirene,seduttrici per eccellenza, sono caratterizzate dal canto, attraverso cui riescono ad ammaliare i naviganti che si imbattono in loro. Omero nel descrivere la scena, in cui Ulisse ha occasione di incontrarle, si sofferma sull'impossibilità di sottrarsi alle incantatrici e non sull'argomento del loro canto profetico.Il loro fascino consiste nella promessa di quella conoscenza proibita agli esseri umani; la resistenza di Odisseo, dunque, appare esemplare, poiché riesce a sconfiggere l'emblema della tentazione e dello sviamento, grazie all'astuzia e alla forza di volontà, nonostante la sua 'sete di sapere'.



Fonti:
https://it.wikipedia.org/wiki/Forco;
https://www.millennialsofficial.com/2018/05/31/fascino-pericolo-e-cult-delle-sirene/;





mercoledì 25 marzo 2020

Immagine simbolo #STEP03

Immagine realizzata con pigment liner nero

"Storia" del pericolo dalle origini a oggi #STEP02


Risultato immagini per so di non sapere immagine
Immagine che raffigura la frase di Socrate, "So di non sapere", in greco e in italiano
"So di non sapere" disse Socrate davanti alla giuria che decise la sua condanna a morte.
Con questa affermazione, il filosofo mirava a rendere gli uomini consapevoli della loro ignoranza e a spingerli a conoscere e a indagare la vera essenza, l' οὐσία, delle cose.
Stando a questa dichiarazione, poiché è necessario analizzare tutto ciò che si ritiene essere 'vero', ma che, in realtà, si basa su una serie di contraddizioni e affermazioni errate, è importante andare alla ricerca delle antiche origini della parola 'pericolo',per poter avere una comprensione più completa del termine. Dopo averle studiate, è opportuno tracciare una storia, che attraverso i secoli, le usanze, i costumi, arrivi ai giorni nostri.


Il termine 'pericolo' deriva  dal latino 'pericŭlum' , in origine 'tentativo, prova',"meae fidei periculum facere" ("mettere alla prova la mia lealtà", Cic. Verr.1,34); poi 'rischio'e 'danno', "salus sociorum summum in periculum vocatur"("la salvezza degli alleati è esposta a grandissimo pericolo", Cic. Pomp.12). Cicerone utilizzò il termine anche in ambito giudiziario con il significato di 'processo, accusa' o 'protocollo',"labor in privatorum periculis"(la fatica di difendere nei processi cittadini privati", Pomp.2); "pericula magistratuum"("i verbali dei magistrati"Verr.4).

Anche per quanto concerne la religione, il concetto di 'pericolo' compare anticamente nella società romana, infatti la dea Giunone,protettrice della città, veniva denominata 'moneta', ovvero "avventrice", per i buoni avvertimenti dati in situazioni di pericolo. Inoltre, sempre presso i Romani, era usanza fare offerte agli dei  per allontanare un pericolo dalla comunità. In seguito, con l'avvento del cristianesimo, il pericolo fu identificato in quello arabo-islamico, per cui si sono combattute numerose crociate in nome della liberazione di Gerusalemme.
In aggiunta, bisogna ricordare che nella spiritualità del cristianesimo era insito l'impulso a distruggere le immagini sacre; chi non praticò l'iconoclastia controllò comunque l'uso delle immagini al fine di scongiurare il pericolo dell'idolatria, ovvero il rischio che i fedeli potessero adorare immagini di false divinità. Infine,nella teologia cattolica, vi è "pericolo dell’anima e dello scandalo",azione che può dare al prossimo l’occasione di una colpa o d’una rovina dal punto di vista spirituale.

Nella letteratura italiana, il termine compare in numerosissimi autori, poiché, seguendo il corso della storia, gli uomini hanno dovuto affrontare diversi pericoli, quali le carestie, le invasioni,le guerre, le malattie ecc...di cui solo i poeti, gli artisti e gli scrittori hanno tenuto traccia nelle loro opere. A testimonianza di questa grande attività letteraria qui di seguito sono riportati degli esempi:
  • Dante, Convivio ( 1304-1307) , IV-xn-4: "Chi fu quel primo che li pesi del’oro coperto e le pietre che si voleano ascondere, prezio­si pericoli, cavoe?";
  • Boccaccio, Il Comento alla Divina Commedia, e gli altri scritti intorno a Dante (1350),viii-2-77: "avendo... da certi ambasciatori degli allobrogi cautamente sentita la congiunzione ordinata da catellina, presi certi nobili giovani romani che a quella tenevano, essendosi già catellina partito di roma, di grandissimo pericolo [tullio] liberò la città .";
  • Castiglione, Il libro del Cortegiano (1513-1524), 163: "conoscendo questo pericolo, si è ritrovato tra gli antichi sapienti chi ha scritto libri, in qual modo possa l'omo conoscere il vero amico dall'adulatore.";
  • Leopardi, Operette morali (1824-1832),860: "lo porrebbe in pericolo... se per avventura qualche scintilla appigliandosi a quelle fronde secche, vi mettesse il fuoco.";
  •  Manzoni ,I promessi sposi (1840-1842),  28  (486): " [Il  pericolo del  contagio]  sovrastava  alla  città,  per  tanta  miseria ammontata  in  ogni  parte  di  essa.";
Risultato immagini per pericolo immagine
Immagine relativa al pericolo, "danger"
 Al giorno d'oggi, il pericolo viene soprattutto analizzato nell'ambito lavorativo, per quanto concerne la sicurezza sul lavoro. Esso viene definito nel D.Lgs 81/2008, all’art.2, n.1, lett.r, come: “proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore avente il potenziale di causare danni”, dove il fattore può essere identificato con una sostanza, un attrezzo o un metodo di lavoro. Spesso si identifica il concetto di pericolo con quello di rischio, dal momento che sembrerebbero sinonimi. Tuttavia, il pericolo in sé non causa danni alla persona che lavora, ma è l'esposizione al pericolo di quest'ultima che si concretizza nel rischio,la “probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno nelle condizioni di impiego o di esposizione ad un determinato fattore o agente oppure alle loro combinazioni”.

In conclusione,non bisogna tralasciare che i grandi pericoli del nostro tempo derivano dal mondo digitale. 
Su Internet esistono molte minacce non solo per le aziende, ma anche per i privati e che possono causare ingenti danni. La cyber criminalità, infatti, è molto sviluppata ed è relativa  ai mezzi elettronici, alle telecomunicazioni e agli strumenti IT. 
Inoltre, in essa è compreso  l’uso indebito di informazioni  personali e sensibili, sottratte via Internet da una rete aziendale o tramite specifici strumenti,ad esempio, dalla carta di credito di una persona.
Malware, "software dannoso"
La vastità del tema e il grado attuale di pericolo,  provocato dall'aumento continuo delle possibilità che il mondo digitale offre, testimoniano l'importanza della sicurezza informatica, che dà l'opportunità
di proteggere i propri dati.


Fonti:
Luigi Castiglioni, Scevola Mariotti, IL vocabolario della lingua latina ;

lunedì 23 marzo 2020

Pericolo: traduzione in alcune lingue straniere e indagine storico-etimologica #STEP01 bis

Risulta essere interessante vedere come il termine 'pericolo' venga tradotto in altre lingue e quale significato etimologico abbia. Qui di seguito si trova l'elenco della parola in alcune lingue straniere.
IN CINESE
危险 (Wéixiǎn): 危"pericolo,pericoloso",险"rischio". Il pericolo è un 'rischio pericoloso'. L'accostamento di due termini apparentemente simili, ma  diversi, rende ancora più intrigante la scoperta dell'essenza del  significato. Il 'rischio' è visto come "eventualità di subire danno connessa a circostanze più o meno prevedibili (è quindi più tenue e meno certo che pericolo)". L'aggettivo 'pericoloso', invece "ha in sè la possibilità di determinare o di costruire un pericolo, che può  procurare o provocare danni fisici o d'altra natura,direttamente o indirettamente". Insieme i due termini 'creano' un' eventualità,che si può più o meno prevedere, in grado di causare danni.

( si vedano https://filinge.blogspot.com/2020/03/tre-parole-tre-concetti-in-cinese.html per la traduzione in cinese, http://www.treccani.it/vocabolario/rischio/ , http://www.treccani.it/vocabolario/pericoloso/ per le definizioni di 'rischio' e pericoloso').

IN FRANCESE
Péril: "pericolo,minaccia".
Etimologia: dal francese antico 'peril', dal latino volgare 'periclu(m)', forma sincopata del 'periculum' latino.
Discendenti: inglese medievale: 'peril' ;inglese: 'peril'; scozzese: 'peril';francese: 'péril'; normanno: 'péthi'.
 Citazione: Pierre Corneille (Rouen 1606-Paris 1684 "À vaincre
 sans péril, on triomphe sans gloire." Le Cid, II, 2, le comte. Le Cid, II, 2, ("Vincendo senza pericolo, si trionfa senza gloria.")
    
(si vedano per la traduzione https://context.reverso.net/traduzione/francese-italiano/p%C3%A9ril , per l'etimologia https://en.wiktionary.org/wiki/p%C3%A9ril, per i termini discendenti https://en.wiktionary.org/wiki/peril#Old_French, per la citazione https://www.larousse.fr/dictionnaires/francais/p%C3%A9ril/59558, per la traduzione della citazione https://www.frasimania.it/frasi-francese-corte/ ).

IN INGLESE
Danger: "pericolo,rischio, pericolosità, minaccia,repentaglio,azzardo".
Etimologia: dall'inglese medievale 'daunger' ("potere,dominio, pericolo"), dall'anglo-normanno 'dangier', dal francese antico 'dongier', (dovuto all'associazione con il latino 'damnum', "danno"), dal latino volgare 'dominarium' ("autorità","potere"), dal latino 'dominus' ("signore,padrone").
Citazione:(verb) 1819, Jhon Keats, Otho the Great, Act I, verses 6-7 "This danger’d neck is saved, By dexterous policy, from the rebel’s axe." 
("Questo collo pericoloso è salvato, con una politica abile, dall'ascia del ribelle")
(si vedano per la traduzione https://context.reverso.net/traduzione/inglese-italiano/Danger,per l'etimologia  e la citazione https://en.wiktionary.org/wiki/danger#English, traduzione della citazione tramite il sito di context reverso https://context.reverso.net/translation/english-italian/)

IN SPAGNOLO
Peligro: "pericolo, minacciata, difficoltà, pericolosità, estinzione".
Etimologia: forma metatetica dall'antico spagnolo 'periglo', parola mutuata dal latino 'periculum';'imparentata' con il termine inglese 'peril'.
Citazione: Francisco de Quevedo y Villegas "Lo más seguro es no ponerse en peligro."("La cosa più sicura è non mettersi in pericolo").
(si vedano per la traduzione https://context.reverso.net/traduzione/italiano-spagnolo/pericolo#peligro, per l'etimologia https://en.wiktionary.org/wiki/peligro per la  citazione http://citasmiticas.com/categorias/peligro/99/ per la traduzione della citazione https://context.reverso.net/translation/spanish-italian/Lo+m%C3%A1s+seguro+es+no+ponerse+en+peligro).


Immagine di un dizionario
Risultato immagini per pericolo in tutte le lingue
                          

venerdì 20 marzo 2020

"Il pensare stesso è pericoloso"


Hannah Arendt, le citazioni più famose - Frasi Social
Hannah Arendt, filosofa e storica tedesca.
"Non ci sono pensieri pericolosi; il pensare stesso è pericoloso." "Così Hannah Arendt rispondeva a Roger Errera in una delle ultime interviste da lei rilasciate, pochi mesi prima di morire il 4 dicembre del 1973. Una risposta socratica alla domanda del giornalista francese sul "Watergate"(il più pericoloso caso di tentativo tirannico sul suolo americano,secondo Arendt), esempio della trasformazione dell'eccezionalità emergenziale in una pratica ordinaria di arbitrio che nel nome della sicurezza nazionale celava, nascondeva e, soprattutto,spiava ignari cittadini." (si veda https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/02/17/arendt-hitler-era-solo-un-clown-non.html)




Da questa dichiarazione, si può comprendere che il pensare stesso,descritto dal Vocabolario Treccani, come ''attività psichica per cui l'uomo acquista coscienza di sè e del mondo in cui vive", il "cogito, ergo sum"(penso, dunque sono)cartesiano, nonostante sia un semplice meccanismo accessibile a tutti gli esseri umani, può essere anche molto dannoso.


Il timore del pericolo come sensazione più terrificante del pericolo stesso

Ritratto di Daniel Defoe, scrittore britannico.

"La paura del pericolo è diecimila volte più spaventosa del pericolo vero e proprio, quando si presenta di fatto davanti ai nostri occhi; e l’ansia è una tortura molto più grave da sopportare che non la sventura stessa per la quale stiamo in ansia."


(Daniel Defoe)












                                                                           

Una sintesi #STEP24