domenica 12 aprile 2020

"Il cittadino accorrerebbe a difendere la libertà, quella libertà, dal pericolo dell’autoritarismo?" #STEP08

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Frammento papiraceo della Repubblica


"[...] in un ambiente siffatto, quando raggiunge il culmine dell’anarchia e nessuno è più sicuro di nulla e nessuno è più padrone di qualcosa perché tutti lo sono, anche del suo letto e della sua madia a parità di diritti con lui e i rifiuti si ammonticchiano per le strade perché nessuno può comandare a nessuno di sgombrarli; in un ambiente siffatto, dico, pensi tu che il cittadino accorrerebbe a difendere la libertà, quella libertà, dal pericolo dell’autoritarismo? Ecco, secondo me, come nascono le dittature. Esse hanno due madri. Una è l’oligarchia quando degenera, per le sue lotte interne, in satrapia. L’altra è la democrazia quando, per sete di libertà e per l’inettitudine dei suoi capi, precipita nella corruzione e nella paralisi.[...]Così la democrazia muore: per abuso di se stessa. E prima che nel sangue, nel ridicolo." 

                                                                               Platone, La Repubblica – Cap. VIII.
Secondo Platone, la democrazia nasce con la rivoluzione dei poveri contro i ricchi oligarchi e con lo scatenarsi di tutti i desideri. Questo tipo di ordinamento costituzionale si fonda sui principi dell'incompetenza e della licenza di fare ciò che si vuole. Uno Stato simile, come sottolinea il precedente passo, è tendenzialmente anarchico e dispensatore di uguaglianza a chiunque, anche a chi non lo merita; esso causa un capovolgimento dei valori, in quanto vengono esaltati i vizi. La buona educazione è identificata nella tracotanza, la libertà nell'anarchia e il coraggio nell'impudenza. A un certo punto, proprio a causa di questa eccessiva libertà nasce la tirannide. Questa forma di governo ha origine dalla prepotenza di capi che, per rafforzare il loro potere, colpiscono i propri rivali e sollevano il popolo a proprio favore. Il tiranno, però, teme di essere ucciso dai propri sudditi e perciò governa con la violenza, instaurando un regime di paura e di delitti.
Quindi, riassumendo, per il filosofo la democrazia è un pericolo. Il pericolo che gli uomini, il cui fine è quello di vivere, pretendano di condurre una vita in modo dissoluto, senza oppressione e senza una morale, inconsapevoli del fatto che la  "sete di libertà" sfoci nella corruzione e nella paralisi del governo stesso.

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